Clos des Rocs, ambasciatore del Pouilly-Loché

 

Clos de Rocs è un’azienda vitivinicola situata nel cuore del Mâconnais, fondata una ventina di anni fa da Olivier Giroux. Le vigne di Clos des Rocs si trovano principalmente a Pouilly-Loché, una delle denominazioni vinicole più piccole di tutta la Borgogna: appena 33 ettari complessivi, vitati a chardonnay. 

La cantina Clos de Rocs può contare su circa 9 ettari di terreno, tutti coltivati in regime biologico certificato. Le bottiglie prodotte sono circa 40.000.
Olivier imbottiglia separatamente i vini provenienti dalle diverse parcelle, in modo da valorizzare le differenze espressive dei diversi terroir. Scelta che rende giustizia all’estrema ampiezza di gamma espressiva di questa zona. 

 

 
Oltre a 6 diversi Pouilly-Loché, Olivier produce 3 vini nella denominazione Mâcon e un Pouilly-Fuissé. Con l’eccezione dei Mâcon, la vinificazione si fa in piccole botti da 500 litri, con una percentuale variabile ma limitata di botti nuove.


 

 
Il punto di forza di Clos des Rocs consiste senza dubbio nella varietà senza pari di terreni di cui dispone su Pouily-Loché, ed è di questi che parleremo.
Tre bottiglie compongono la fascia media di questo produttore: Les Barres, En Chantone, Les Mûre. Ognuna di esse prende il nome dalla parcella in cui sono coltivate le vigne. Ad essi si aggiunge ‘Clos des Rocs Monopole’ senza dubbio il vino di riferimento di questa cantina, e il Pouilly-Loché 'Révelation' imbottigliato senza solfiti e caratterizzato in alcune annate da sorprendenti accenti 'jurassiani'.

 

Les Barres è la cuvée più facilmente approcciabile. Un’interpretazione seducente dello chardonnay, che dona un piacere immediato e semplice. Il terreno ricco dà al vino una bella materia, con una leggera rotondità che ci ricorda le origini ‘sudiste’ di questo vino’.
En Chantone si pone in una posizione intermedia: il profilo olfattivo si fa leggermente più etereo, la bocca perde rotondità e si delinea uno scheletro teso e minerale.
Les Mûres amplifica i tratti di En Chantone, regalandoci uno chardonnay davvero teso e minerale, dove eleganza e finezza la fanno da padroni.


 

 

 Su un altro piano qualitativo e di prezzo si pone il ‘Clos des Rocs Monopole’. Qui siamo ai vertici della denominazione. I profumi prendono complessità pur restando su profili estremamente fini di fiori bianchi. C’è una bella concentrazione ma l’acidità sostenuta mantiene il sorso fresco e al tempo lungo, con una bella sapidità che permane.

 

 

 


 

E poi c'è il 'Révélation', il suo vino più radicale, che Olivier definisce 'sperimentale'. Qui, oltre alla scelta di non aggiungere solfiti in nessuna fase della vinificazione, si aggiungono anche pratiche enologiche innovative, come l'utilizzo di barriques in acciaio inox. Il 2017 presenta decise note di pietra focaia, e come negli altri vini di Olivier c'è una giusta trama acida che sostiene una materia comunque ampia. E' un vino atipico per questo territorio, disorientante e al tempo stesso intrigante. Se il Monopole  è senza dubbio il vino di riferimento di Clos des Rocs, il Révélation rappresenta un giocoso spazio di libera creazione, da approcciare con spirito aperto e con curiosità.

 

Un fil rouge unisce i vini di Olivier, ed è la loro energia, ovvero la perfetta integrazione di materia ed acidità, che contribuisce a rendere il sorso intenso e al tempo stesso fresco. Le vinificazioni sono poco invasive, e nei suoi vini non ritroverete mai le note di vaniglia, burro, noccioline che tanto piacciono ad alcuni ma che altri, tra cui il sottoscritto, ritengono un’aberrazione che maschera la grande finezza, purezza e precisione di cui è capace lo chardonnay. 

 


 *Visita in cantina fatta il 18 ottobre 2021


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