I Pinot Nero di Irancy


 

Irancy è un comune di poche centinaia di abitanti situato a circa 15km a sud-ovest di Chablis, nella Borgogna del Nord. Un paesino delizioso incassato nella conca di una piccolissima vallata. È anche il nome di una prestigiosa denominazione di origine controllata (AOC), poco conosciuta in Italia ma caratterizzata da una storia nobile e antica. I pinot neri di Irancy erano infatti già molto apprezzati alle corti dei re francesi sin dal diciottesimo secolo.

Come Chablis, da un punto di vista geologico Irancy non appartiene in senso stretto alla Borgogna vitivinicola della famosa Côte d’Or, ma ad una catena geologica nota come ‘Kimmeridgiano’, che si estende dalla Champagne fino alla Loira, dando luogo ad alcuni tra i vini francesi più importanti, come gli champagne dell’Aube, gli Chablis, gli Irancy, e i Sancerre.

 


 

È affascinante osservare come in assenza di conoscenze geologiche precise, nel corso dei secoli produttori e consumatori abbiano inconsapevolmente individuato come zone vitivinicole migliori quelle in cui i terreni minerali del kimmeridgiano affiorano in modo più deciso. Si è parlato a questo riguardo di ‘isole’, perché in una catena lunga circa 250km, i nomi prestigiosi di Aube, Irancy, Chablis, e Sancerre corrispondono in modo precisissimo ai luoghi in cui le marne kimmeridgiane prendono il sopravvento su altri strati geologici. La caratteristica principale del kimmeridgiano è la straordinaria concentrazione di materiali fossili derivati dal ritiro delle acque dell’oceano atlantico.

 

 

Si tratta, in particolare, di una conchiglia dal nome esotico: l’Exogyra Virgula. Anche se non c’è un’evidenza scientifica conclusiva, si tende a pensare che la decisa mineralità e quasi salinità dei vini di Chablis e Irancy dipenda proprio dalla ricchezza minerale dei suoli.

 

 

 

Così come gli Champagne dell’Aube presentano tratti organolettici diversi da quelli delle altre aree della Champagne, anche i vini di Chablis e di Irancy si distinguono dai vini della Borgogna centrale.

Parto da questa premessa solo per dire che se i vini di Irancy hanno avuto un posto così prestigioso nella storia del vino, questo si spiega proprio per il fatto che i suoi terreni godono di una base geologica unica e invidiabile.

 

C’è poi un’altra ragione per la quale oggi dovremmo prestare più attenzione a questi vini, ed è il fatto che la latitudine molto spostata a nord dei vigneti determina condizioni climatiche più fredde. Quello che in passato è stato un handicap, nel contesto del riscaldamento globale diventa un grande punto di forza: anche in annate molto calde come le ultime, infatti, i vini rossi di Irancy molto raramente superano i 13°, mentre i più blasonati pinot della Côte de Nuits faticano a restare sotto la soglia simbolica dei 14°. Il risultato sono vini di grande finezza ed eleganza, dove le caratteristiche olfattive e gustative del pinot nero riescono ad esprimersi al meglio.


 

Così come la denominazione Chablis copre unicamente vini bianchi prodotti a partire da Chardonnay, Irancy copre unicamente vini rossi a partire da uve di Pinot Nero, a cui si può aggiungere fino al 10% di uve di un vitigno locale, il César, che dona al vino colori più intensi e brillanti, rispetto al pinot nero, il cui corredo cromatico è notoriamente scarico. La denominazione Irancy copre 190 ettari ripartiti sui tre comuni di Irancy, Vincelottes, Cravant. Ogni anno si producono in totale meno di un milione di bottiglie di Irancy.

 


 

  

Quali sono le caratteristiche organolettiche più comuni degli Irancy?

Un coloro rosso rubino scarico, che tende a maggiore concentrazione e brillantezza in annate calde. Al naso, oltre ai sentori tipici del pinot nero di Borgogna come la fragolina di bosco, la rosa e la ciliegia, emergono a volte note leggermente erbacee che ricordano il Cabernet Franc. Sul piano gustativo il pinot nero riesce a mantenere quella tradizionale acidità in grado di esaltare la freschezza e la bevibilità del vino. 

 


Nelle parcelle più prestigiose, tra le quali va menzionato innanzitutto ‘Palotte’, il ‘climat’ da sempre considerato più importante di tutta la denominazione, troviamo vini dalla struttura più complessa. Qui gli aromi virano verso il sottobosco e le spezie. I vini si fanno più austeri, e la struttura tannica importante consente loro di sfidare il tempo senza alcun timore. Sono, infatti, vini capaci di invecchiare per parecchi decenni.


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